Il Kuwait no
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RIYADH: Si prevede che la crescita non petrolifera del Kuwait aumenterà a circa il 3,8% nel 2023 a causa di una solida comunità di espatriati, secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale.
Mentre si prevede che la crescita complessiva scenderà allo 0,1% quest'anno, secondo l'ultima analisi del FMI sul Kuwait, l'economia non petrolifera sarà rafforzata grazie allo stimolo finanziario e alla parziale ripresa dell'occupazione degli espatriati.
Il progresso del paese avverrà nonostante la lenta crescita del credito reale, afferma il rapporto, aggiungendo: "Beneficiando dell'elevata produzione e dei prezzi del petrolio, la ripresa economica del Kuwait continua".
Il rapporto rileva che il Kuwait ha mostrato un’adeguata ripresa dagli effetti della pandemia e che l’inflazione è stata controllata date le limitate ricadute derivanti dall’aumento dei prezzi globali di cibo ed energia.
Ciò è il risultato della gestione dei prezzi e dei sussidi, nonché del generale inasprimento della politica monetaria in linea con le principali banche centrali.
Il saldo fiscale del Kuwait si è sviluppato poiché si prevede che il suo surplus fiscale complessivo aumenterà del 22,5% del prodotto interno lordo nel 2022, rispetto al 6,4% nel 2021.
Per quanto riguarda il saldo esterno del Paese, si stima che l’avanzo delle partite correnti sia aumentato al 33% del PIL lo scorso anno, rispetto al 26,6% del 2021.
Inoltre, la stabilità finanziaria del paese è stata preservata poiché il suo settore bancario sostiene un livello efficiente di capitale e liquidità.
Minacce economiche
Secondo il rapporto, l’instabilità dei prezzi del petrolio e della produzione causata da fattori esterni mette a rischio l’equilibrio esterno del Kuwait, le finanze pubbliche, la crescita e l’inflazione.
L'economia del Kuwait potrebbe anche essere a rischio di rallentamento della crescita globale a causa di un ulteriore inasprimento della politica monetaria o di pressioni nei settori bancari delle principali economie avanzate.
Il rapporto rileva inoltre che il Paese rischia di subire ritardi nell’attuazione delle necessarie riforme finanziarie e strutturali, che potrebbero portare alla continuazione dell’attuale politica fiscale pubblica.
A sua volta, ciò potrebbe danneggiare la fiducia degli investitori, limitando al tempo stesso i progressi verso la diversificazione dell’attività economica e il rafforzamento della sua competitività.
"Il predominio del petrolio nell'economia, unito alle tendenze globali di decarbonizzazione, necessita di riforme fiscali per rafforzare la sostenibilità e di riforme strutturali per stimolare la crescita trainata dal settore privato non petrolifero", afferma il rapporto, aggiungendo: "Lo stallo politico tra governo e il parlamento ha ostacolato il progresso delle riforme, che ora potrebbero essere realizzate da una posizione di forza."
Minacce economiche